frociaggine a chi?


Se le parole hanno ancora un peso, quelle di Bergoglio sono inaccettabili



<<Nella Chiesa c'è troppa "frociaggine", è ora di limitare l'accesso ai seminari alle checche>> 


Fermi tutti, non siamo stati ad un comizio del Generale Vannacci o dell'ex senatore Pillon, riportiamo semplicemente le parole che l'attuale Papa, Bergoglio, in arte Francesco, ha pronunciato all'assemblea annuale dei Vescovi. Alla presenza di tutta l'élite della Chiesa Cattolica Mondiale, il Papa si è lasciato andare ad alcune considerazioni a dir poco fuori luogo, specie se pronunciate nel 2024 da quello che in troppi, frettolosamente hanno dipinto come un pontefice progressista.


Che ufficialmente la Chiesa Cattolica non riconosca apertamente le Famiglie Arcobaleno ed in generale la comunità LGBTQAI+ è cosa abbastanza nota, così come è noto che la stessa Chiesa chiude spesso e volentieri più di un occhio di fronte ad abusi, pedofilia, violenza sessuale, quelli sì certamente presenti all'interno della Chiesa stessa ma ancora oggi celati, nascosti, minimizzati. Non sconvolge dunque l'opinione, tra l'altro legittima, di una religione sul tema omosessualità, non dimentichiamo qual è l'idea del mondo islamico sulla questione, ad esempio, ma sicuramente le parole usate da Bergoglio odorano di un qualcosa di schifoso che egli non dovrebbe pronunciare. 


"frocio" è ancora un termine dal forte sapore dispregiativo, usato troppo spesso per offendere e aggredire, a volte non solo verbalmente, gli omosessuali; sentire quella parola, pronunciata in un momento così solenne, da una tale autorità a livello mondiale, fa male. Le parole dovrebbero avere un peso, a volte fanno più male delle botte e questo il Papa dovrebbe saperlo.


Ancora più disarmante è la reazione, se di questa si può parlare, del giornalismo italiano. Anche quelli che a parole si dichiarano progressisti ed inclusivi, dalla parte della comunità LGBTQAI+, sempre e comunque lontani da ogni forma di discriminazione, questa mattina tendevano a minimizzare, parlando di gaffe, di incomprensione, di termine usato a caso a causa della scarsa conoscenza dell'italiano da parte di Bergoglio, insomma, "frociaggine" alla fine si può anche accettare, tutto sommato non è poi una parola così grave. 


Stiamo scherzando?? Qui non stiamo facendo il processo alle parole, qui stiamo ragionando su un'idea che fondamentalmente è parte integrante della nostra società, quella parola non è solo un vezzeggiativo, un insulto ma non troppo grave, quel termine ha un significato che per molti significa sofferenza, dolore, discriminazione. Quindi NO, non possiamo accettare che il Papa o chiunque altro usi ancora questa parola. 


Quello che è accaduto e soprattutto le reazioni quanto mai superficiali e prudenti, nonché perbeniste rischiano di aprire le porte all'ennesimo precedente, se l'ha detto il Papa, potrà dirlo anche il politico omofobo in un comizio, un imam dal pulpito della moschea, potrà scriverlo un giornalista e potrà usarlo tranquillamente anche un collega di lavoro, un vicino di casa, un bullo, un violento. Se accettiamo questa parola come "normale" o comunque non particolarmente grave, allora possiamo accettare tutto.  Mi dispiace ma io non ci sto!


Articolo a Cura di Davide Gerbino per DG Network