LADY PRIDE AND MISTER PREJUDICE 

Recensione Libro di Bianca Marconero

Bianca Marconero è un’autrice Emiliana che realizza il suo sogno di scrivere le sue storie. Esordisce nel fantasy young adult ma poi si dedica al romance con grandi successi come "L’ultima notte al mondo", "Un altro giorno ancora", "L’ultimo bacio" e "Dream Kiss".


Come si può intuire dal titolo "Lady Pride and Mister Prejudice" il romanzo in questione è un re-telling del celebre e amato “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen (lo dice anche il testo di copertina). Chi non ha letto uno dei classici più amati della Signora Austen o comunque chi non lo ha fatto ha sicuramente visto la trasposizione video. Personalmente ho amato il romanzo e anche il film, ma torniamo alla nostra Bianca Marconero.


"Lady Pride and Mister Prejudice" inizialmente mi sembrava un azzardo, mettere mano a un testo così impegnativo e amato, il rischio di fallire era dietro l’angolo, ma devo ammettere che mi ha colpito.  La storia segue abbastanza fedelmente la trama originale. Novità di questa riscrittura sono sicuramente il genderswap, ovvero l’inversione dei ruoli, e poi l’epoca che diventa quella attuale mantenendo però l’ambientazione della campagna inglese.


Come detto non avremo un Signor Darcy ma bensì una Signorina Darcy, Eloise, e quindi il Bennet diventerà William. Come da copione i due non si sopportano in apparenza e sempre da copione questa rimane solo l’apparenza. 

Eloisa è una giovane editrice benestante imparentata con la nobiltà inglese con alle spalle un ricco e noto ex fidanzato che ha minato la sua fiducia nell’amore rendendola dedita al lavoro e alle regole ferree che lei stessa si è imposta per non soffrire più. William invece è di famiglia umile, avvocato dedito alle cause pro bono, e secondo di cinque figli di una mamma single innamorata dell’amore al punto da farne il suo lavoro come scrittrice di romanzi rosa.


Anche in questo "Lady Pride and Mister Prejudice" i due si incontrano da adolescenti nella tenuta di campagna di un’amica e si lasciano a causa di un litigio non chiaro nemmeno a loro. Anni dopo si rivedono nella stessa situazione bucolica e, benché il loro istinto dica diversamente, rimarranno ancorati al loro passato cercando di ignorarsi. Il tutto ovviamente inutilmente (la storia madre la conosciamo tutti). Iniziano una specie di frequentazione a volte casuale a volte obbligata che li metterà di fronte ai loro sentimenti nonostante i loro tentativi di irritarsi a vicenda con frecciatine e battutacce. Il lieto fine c’è e si sa che ci sarà, ma rimane comunque interessante seguire le loro vicende fino alla fine. 


Come ovvio lei è molto orgogliosa e lui si ferma ai pregiudizi nei confronti di lei dando vita a una serie di equivoci e fraintendimenti che a volte irritano a tal punto il lettore da desiderare di entrare nelle pagine e spifferare la verità ai protagonisti. L’epoca moderna non aiuta quindi a evitare le incomprensioni e gli errori che pensiamo a volte essere dettati dalla mancanza di mezzi di comunicazione efficienti come quelli di oggi. Una ventata di novità e di simpatia la porta la Signora Margaret la mamma di Will. Ironica, spiritosa, positiva oltre le aspettative e decisamente naif, ma che aiuta i figli, ognuno confuso a suo modo, a trovare la strada per la felicità. Lei sa prima di loro come una situazione potrà giungere alla giusta conclusione e infonde speranza pur rispettando le opinioni dei suoi ragazzi.


“…”Abbiamo bisogno di credere che le cose possano finire bene. Che, anche nei momenti in cui tutto sembra buio, c’è ancora il modo di accendere la speranza.”

”Ma nella vita vera, mamma, non è così. A volte ci si deve rassegnare all’oscurità.”

“Eppure, a questo punto della storia, dovresti averlo capito”

“Cosa?” 

“Che c’è sempre una candela”

“Mi sa che sono finite” 

“Cerca meglio! Chiediti se c’è qualcosa che accenda lei e accenda te.”...”


Ultimamente ho abbandonato i romance per sperimentare letture diverse ma devo ammettere che questo libro mi ha fatto riscoprire la bellezza di questo genere così sottovalutato. La scrittura di Bianca Marconero risulta scorrevole e molto discorsiva anche se non mancano le descrizioni accurate dei luoghi e delle dimore che ho sempre adorato. In principio, forse presa da un pochino di pregiudizio, ho affrontato la lettura con poco entusiasmo e trasporto, ma poi ho ritrovato la mia amata Zia Jane nei luoghi e nei gesti e mi ci sono buttata con tutte le scarpe. Non so se avevamo bisogno di una riedizione come questa ma, ora che esiste, posso dire che vale la pena leggerlo e soprattutto che, come avevo sempre pensato, quelli che sono definiti classici lo sono per un motivo. 

Sono libri eterni e sempre attuali che sanno parlare ai lettori di ogni epoca con lo stesso trasporto e con lo stesso intento originale come se fossero stati scritti ieri. Lunga vita a "Lady Pride and Mister Prejudice"


“...E’ una verità universalmente riconosciuta che i momenti importanti della vita non siano marcati da una reale consapevolezza. Il più delle volte, è il tempo a sancire la loro rilevanza. Tuttavia, ci sono incontri che hanno la capacità di rivelarsi per il valore che avranno. Succede tra persone. E succede con i libri…”