le madri bugiarde

Recensione Libro di Katherine Faulkner

Katherine Faulkner è un’autrice e giornalista inglese. Ha studiato Storia all’Università di Cambridge, laureandosi con il massimo dei voti, quindi ha completato un diploma post-laurea in giornalismo giornalistico. Da allora ha lavorato come giornalista investigativa e ultimamente come redattore. Katherine è stata ispirata a scrivere il suo romanzo d’esordio ,“Le madri Bugiarde”, della complessità delle amicizie femminili dopo aver frequentato corsi durante la gravidanza e la sua esperienza di intimità improvvisa con perfetti sconosciuti. Vive a Hackney, nell’est di Londra, dove è cresciuta, con il marito e due figlie. 


Le madri bugiarde” esce in Italia nel 2024 ed è edito da Newton Compton Editori


La maternità comporta gioie e dolori. Tash lo sa bene. Da quando ha avuto Finn ha dovuto mettere da parte la sua carriera da giornalista investigativa per dedicarsi a lui. Come lei altre mamme si districano tra gli impegni dei bambini e il tentativo di mantenere una propria identità. All’ingresso del prestigioso asilo ,alle porte di Londra, si possono riconoscere le madri che nonostante tutto cercano di essere presenti nella quotidianità dei loro piccoli; Tash conosce così Laura, Christina, Nicole e Claire. 


“...Vuoi essere una di loro. Finché non le conosci per davvero…”


Tash non lo sa ancora ma le mamme nascondono un terribile segreto... anzi più di uno. Sophie ,la giovane tata di Claire, è stata trovata morta pochi mesi fa e il tutto sembra essere stato un incidente. La mamma di Sophie però non ci crede e avvicina Tash ,stuzzicando la sua curiosità, con l’ipotesi che sia stato un omicidio e le chiede di indagare. La giornalista che vive in lei già fantastica su contratti, podcast e premi per aver risolto il mistero e quindi ci si butta anima e corpo. Inizia quindi a frequentare quelle mamme dallo stile di vita esoso e scintillante per scoprire il necessario e ben presto si trova invischiata in una rete di bugie e segreti che metteranno a repentaglio non solo la sua incolumità ma quella di Finn, il suo bambino, e il suo matrimonio con Tom. 


Le madri bugiarde” è un thriller definito psicologico, ma io lo eviterei, nel quale assistiamo a un duplice racconto. Da una parte Tash con le sue indagini e dall’altra Sophie con il racconto a ritroso nel tempo fino alla sua morte. Le due donne sono accomunate dalle frequentazioni, per Tash di amicizia e per Sophie di lavoro, delle stesse mamme. Attraverso gli incontri di gioco per i bambini le signore si studiano a vicenda ognuno con un suo intento. 


Rimane un classico delle relazioni femminili. 


Chi non si è ritrovata ad avere “amicizie” che avevano un retrogusto strano. 

Ne “Le madri bugiarde” si analizza non solo l’aspetto femminile della questione, ma soprattutto il cameratismo ,o finto tale, che si crea tra neo mamme. Le invidie e le gelosie mischiate con merende sofisticate e annaffiate da cappuccini o aperitivi che molte volte incidono sul bilancio familiare, ma ai quali non diciamo di no per non essere escluse o sembrare in difetto rispetto alle altre. Si affronta la disparità economica e sociale e la sensazione di ogni mamma di non essere mai abbastanza brave nella cura dei propri cuccioli. 


La depressione post partum e i compromessi che si è disposti a fare per salvaguardare la propria vita e quella delle nostre famiglie anche a discapito di qualcun altro. La classica domanda: cosa sei disposto a fare per…? 


Bene queste mamme hanno risposto a questa domanda e la risposta è qualsiasi cosa. 


Tash lo scopre forse troppo tardi quando ormai tirarsi fuori è pressoché impossibile e così ci rimane invischiata anche lei.

“Le madri bugiarde” è quindi un insieme di misteri dalla tensione crescente e di analisi della maternità con poca psicologia e molto qualunquismo. La lettura è scorrevole e piacevole e anche i cambi di punti di vista non sono troppo distraenti. Sul finale…beh…ni. Da una giornalista che ha messo a repentaglio anche l’incolumità di suo figlio mi sarei aspettata qualcosa di più e soprattutto l’ultimo colpo di scena mi ha fatto perdere un bel po di empatia con Tash. Fondamentalmente si capisce che siamo tutti ugualmente possessori di un lato oscuro che tiriamo fuori ,forse, nei momenti meno adatti e nei confronti di chi probabilmente non se lo merita, ma poi in fondo possiamo dire di conoscere veramente le persone che abbiamo intorno? 


“…In un certo senso capivo come si sentiva Claire. Mi sentivo così anch’io, a volte, quando non vedevo più i confini tra la sua vita e la mia….Andava bene che lavassi e asciugassi la biancheria intima di Jez, e la piegassi per riporla nel suo cassetto?...Non avevo pensato di dover proteggere anche i confini della mia vita. Che se non l’avessi fatto, avrei aperto la strada alla tragedia…”