WAYWARD

Recensione Libro di Emilia Hart



Emilia Hart è un'avvocatessa di origine anglo-australiana che esordisce nel 2022 con il suo primo romanzo che diventa subito un clamoroso successo letterario. Tradotto in trentatré lingue arriva in Italia nel 2023 e si conferma anche qui campione di vendite diventando uno dei libri più letti. 


La storia di Wayward è la storia di una stirpe di donne tutte legate non solo dal sangue e dal nome, ma anche da un dono unico nel suo genere. Tutte le donne Wayward hanno infatti uno spiccato legame con la natura e i suoi abitanti sia animali che vegetali e attraverso le epoche si trovano ad affrontare sfide molto simili che le rendono di fatto una famiglia.


Il racconto si apre nel 1619 con Altha che si trova chiusa in cella per via di un incidente che è costato la vita al marito della sua migliore amica. Si ritrova sola dopo la perdita della madre che nel paese era conosciuta da tutti e temuta da alcuni per via delle sue qualità di curatrice. Altha viveva insieme a sua mamma nel piccolo cottage in mezzo al nulla protette da un grande albero e attorniate da erbe coltivate, spontanee e animali di ogni genere dagli insetti agli uccelli. L’epoca è quella della caccia alle streghe e lei si ritrova coinvolta, suo malgrado, per via dell’ignoranza e della paura degli uomini che comandano la città.


Non avevamo mai pensato a noi in questi termini, mia madre ed io. Perché “strega” è una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive.”


Emilia Hart parte dal 1942 dove troviamo Violet una sedicenne figlia di un visconte ha perso la mamma molto presto e sia lei che suo fratello Graham non hanno nessun ricordo di lei. Nel mondo scosso dagli eventi della seconda guerra mondiale vivono alla periferia di una piccola cittadina nella loro grande tenuta. Violet però non riesce a sottostare alle regole della società imposte dal suo freddo e distaccato padre e scappa appena può nel bosco per stare a contatto con insetti di tutti i generi. Un bel giorno però un cugino lontano, che sta prestando servizio nel conflitto, si presenta in visita alla loro porta e sarà la causa del cambio di vita della giovane.


Kate invece è una donna che si ritrova a scappare nel cuore della notte da Londra e dalla casa in cui vive con il fidanzato proprio a causa del loro rapporto. Siamo nel 2019 e per motivazioni quasi fortuite si rifugia nel cottage in mezzo alla campagna lasciatole in eredità dall’eccentrica prozia Violet. Kate è incinta quando scappa e la sua decisione di far perdere le sue tracce è dettata proprio dalla gravidanza. Inizialmente con il pensiero che sia indesiderata, perché frutto delle violenza subite da colui che dice di amarla, ma successivamente scoprirà che invece la fuga serve per proteggere quel piccolo essere che ormai è parte di lei, parte di Wayward.


In apparenza prive di collegamento la vita delle tre donne in realtà si intreccia in modi che il lettore nemmeno immagina in principio. Da Altha a Kate cambiano i tempi e cambiano le società ma loro rimangono le stesse. Tutte sentono lo stesso richiamo con la terra e hanno uno strano legame con animali e piante. Tutte lottano per la loro sopravvivenza che viene minacciata da uomini che non hanno le menti adatte non solo a capire la grandezza delle donne che hanno davanti ma ne hanno addirittura paura. In alcuni casi questa paura è motivata ,ma rimane solo una conseguenza delle azioni che le donne Wayward subiscono e di fatto quello che fanno è per difendersi e mai per attaccare o ledere intenzionalmente.


Più che un libro di streghe è una storia familiare incentrata sul potere femminile. Potere non necessariamente magico, ma comunque quel potere che le donne hanno di avere un istinto e un’indole unica che se usato e seguito può portare a salvarsi da sole. Le donne della Hart non hanno bisogno degli uomini, anzi, vivono nonostante gli uomini e i loro soprusi. Usano il genere maschile solo per tramandare la loro stirpe perché sanno sulla loro pelle che non ci si può aspettare amore e fiducia incondizionata da loro. Su questo punto mi trovo un attimo in disaccordo. Ovviamente leggendo le vicissitudini delle tre donne è facile maturare un pensiero simile, ma in fondo non è anche questa paura? Non tutti gli uomini sono uguali , e non tutte le donne, e non sarebbe stato male che si fosse mostrato anche il lato buono dell’uomo in quanto compagno di vita. C’è la bellissima figura del fratello di Violet, che si mette contro il padre per proteggere la sorella, e anche il padre di Kate che la ama e la protegge come solo un padre può fare, ma per quanto riguarda il ruolo del compagno manca una figura che riscatti il genere. 


Il tema su cui spinge Emilia Hart ovviamente è l’analisi e l’esplorazione dell’animo femminile e quel senso di sorellanza e di unione che passa anche attraverso i secoli e lei lo descrive molto bene. Ci sono molte parti riflessive e di analisi che le tre protagoniste fanno a vari livelli e in varie circostanze e sicuramente si analizza il tema più attuale di tutti: la violenza di genere. 


La scrittura è delicata ma chiara esprime molto bene i concetti in discussione e l’uso dei capitoli brevi e alternati nel tempo fornisce un ottimo espediente per non perdere il filo e rimanere incollati alle pagine. Un libro “leggero” ma con un tema ben presente e sviluppato a pieno. Forse il finale, con lo scontato e anche atteso lieto fine, poteva essere strutturato diversamente. Da Altha a Violet passano trecento anni e nel mezzo si poteva dare una definizione della vita delle donne Wayward che invece si perdono nei fili della storia e anche se Kate prova a recuperare qualcosa in realtà non trova nulla. Una lettura consigliata , e non sarebbe una novità viste le vendite, e apprezzata probabilmente da chi cerca qualcosa di molto vicino alla realtà ma che non disdegna un pizzico di magia pur rimanendo strettamente ancorati alla natura e agli animali che sono la guida delle nostre donne Wayward.


Avevo la natura nel cuore mi disse. Come lei e come sua madre prima di lei. C’era qualcosa in noi – le donne Wayward - che ci teneva legate al mondo naturale. Lo sentiamo, continuò, proprio come sentiamo la rabbia, il dolore la gioia. Gli animali, gli uccelli , le piante ci lasciano entrare riconoscendoci come simili. Ecco perché le radici e le foglie si piegano così facilmente sotto le nostre dita, per creare tonici che portano conforto e guarigione. Ecco perché gli animali accolgono il nostro abbraccio. Perché i corvi – quelli che recano il segno – vegliano su di noi ed eseguono i nostri ordini , perché il contatto con loro potenzia le nostre abilità. " 


(Altha)




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