DIECI COSE CHE HO IMPARATO DA JESSICA FLETCHER

Recensione Libro di Alice Basso



Alice Guerra arriva alla ribalta nel periodo della pandemia grazie ai suoi video divertenti in dialetto veneto nei quali racconta le sue giornate e le sue disavventure che in fin dei conti sono quelle di ognuna di noi. Trentenne di Mestre racconta la sua vita come una moderna Bridget Jones del nord est con un linguaggio divertente e ironico ma che non dimentica di raccontare la verità e le difficoltà di sé e dell’epoca moderna.


"Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher" dal titolo ,così come dal colore di copertina, è un libro giallo (o quasi). Chi non conosce Jessica Fletcher? Alcuni la amano altri non la sopportano ma tutti abbiamo visto almeno un episodio del suo telefilm. Alice Guerra la adora e non si perde una puntata. 


Vive a Mestre in un classico quartiere dove tutti sanno tutto e tutti si conoscono. La zia Rosanna vive vicino a lei ed è parte integrante delle sue giornate. In una di queste giornate d’estate avviene un fatto sconcertante. Luigino, novantenne del quartiere, sparisce senza lasciare traccia, o meglio, lascia la sua bici nel parco con uno strano sacchetto nel cestino. La notizia fa il giro delle case. Le signore si telefonano preoccupate e si domandano cosa possa essere successo e deducono che qualcuno possa aver fatto fuori il povero vecchietto. Allarmate avvisano la polizia dove uno stanco e oberato Commissario Lo Cascio riceve la notizia. 


“..Ecco, il commissario Salvatore Lo Cascio ha un cinghiale sullo stomaco da ben tre anni, esattamente da quando è arrivato in Veneto: tre anni di gastrite e faccia da culo o, come direi io, Muso da can…


Il commissario ,originario della Sicilia, non ne può più di questo Veneto. Non sopporta il clima, il cibo e le signore pettegole e brama per il trasferimento nella sua terra ma prima deve risolvere un brutto caso di spaccio di droga nel nord est Italia. La notizia di Luigino non lo allarma...in fondo nulla fa pensare a un evento così drammatico. Il novantenne è sparito da poche ore. 


A questo punto Alice viene informata dalla Zia dell’accaduto e sul momento anche lei non si allarma più di tanto ma la Rosanna è molto agitata. Nel tentativo di tranquillizzarla Alice prova a far luce sulla situazione…in fondo tutte quelle ore passate a guardare Jessica in tv saranno pur servite a qualcosa. Indaga con i vecchietti al bar e con le signore del quartiere e suo malgrado si trova a impicciarsi nelle indagini del Commissario che non sarà entusiasta all’idea che “l’influencer” ficchi il naso. Ci ritroviamo quindi a che fare con una serie di signore pettegole e una serie di signori dediti al goccetto di vino al bar e anche con galline e qualche mistero. Il tutto ovviamente scandito dal tipico dialetto veneto che Alice e le sue signore usano quotidianamente. 


Il finale ovviamente sta a voi scoprirlo ma posso anticipare che ,come in ogni episodio di Jessica Fletcher che si rispetti, niente sarà come sembra. Il libro è proprio come te lo aspetti (se conosci Alice Guerra). Divertente, fresco e molto scorrevole. La storia ti prende e soprattutto ti conquistano la serie di signore e signori anziani che fanno della storia il suo mistero. Il tutto intervallato da informazioni sulla vita personale di Alice che ,come nei suoi video, non si nasconde e racconta liberamente tutto di sé; le difficoltà nell’amore con le sue storie travagliate e sbagliate, la salute psicologica e quella fisica (Alice è un’ipocondriaca con i fiocchi) e anche le difficoltà più superficiali se vogliamo come l’accettazione del proprio corpo e del proprio modo di essere. 


Tutto questo Alice lo rende facilmente accessibile a tutti e in qualche modo ritroviamo un po’ di noi stesse. Oltre al famigerato omicidio di Luigino quindi questo libro racconta la vita di una persona come ce ne sono tante al mondo. Una ragazza che lotta per arrivare dove desidera e che nonostante le difficoltà che incontra sul suo cammino non si perde d’animo e si fa anche aiutare perché non è sbagliato chiedere aiuto se ne si ha necessità e non bisogna vergognarsi. Insegna che non esiste età per liberarsi dalle maschere e far vedere il proprio io così com’è e che non è mai troppo tardi per decidere di indossare finalmente quella camicia con le angurie che ci è sempre piaciuta ma che non abbiamo mai avuto il coraggio di mettere. 


“..non è mai troppo tardi per fare ciò che ci rende felici, nemmeno se abbiamo novant’anni e siamo più di là che di qua..”


"Dieci Cose che ho Imparato da Jessica Fletcher" la Recensione