hanno perso tutti


Carini VS Khelif una Sconfitta collettiva





Le ricorderemo come le Olimpiadi più disastrose della storia. In una Francia allo sbando culturale e politico, priva di una guida seria ed affidabile, lacerata da lotte interne, conflitti sociali e razziali, con un presidente ormai minoranza nel paese anche i giochi olimpici non potevano che essere un ennesimo specchio di questa società sull'orlo del fallimento. 

Se fin dalla cerimonia d'apertura le polemiche si sono fatte sentire, con l'intera comunità cattolica e cristiana, non solo francese ma del mondo intero, derisa e schernita, in un tentativo di inclusività che anziché valorizzare le differenze, le ha ancora una volta esasperate, allontanando ancora di più le persone; almeno durante i giochi veri e propri ci si aspettava meno politica e più sport ma purtroppo quando qualcosa nasce male, non può che finire peggio.

Tra errori arbitrali imbarazzanti, fughe dal villaggio olimpico a causa di un'organizzazione a dir poco scadente, gare rinviate perchè la Senna è inquinata ed è un pericolo per la salute degli atleti, salvo poi essere perfetta dopo 24h e altre cadute di stile degne di un film comico parodia, si è arrivati ad un punto di non ritorno con la sfida di pugilato tra la nostra Angela Carini e Imane Kheif

Imane Kheif non è una transessuale, come molti erroneamente o malignamente l'hanno definita, Lei è un caso rarissimo di intersessualità ovvero una persona nata senza la predominanza apparente di un genere sull'altro. Per farla breve, geneticamente parlando, Imane non è Donna ma neppure Uomo. Lei da sempre si sente Donna, il passaporto conferma il suo status e la sua carriera nel professionismo del pugilato da sempre la mette nelle categorie femminili. 

Va detto che ovviamente la materia è delicata, le regole dei giochi olimpici e dello sport in generale, ancora non sono molto chiare in materia, l'intersessualità se già nella società è vista come qualcosa di strano o poco conosciuto, se non per nulla, nello sport di fatto è qualcosa di non contemplato come del resto la transessualità

Le regole parlano semplicemente di livelli di testosterone, usato tra l'altro come sostanza dopante e dunque ovviamente vietato o perlomeno controllato entro certi limiti, chi rispetta le soglie è ammesso, chi non le rispetta è fuori. Imane Kheif pur avendo livelli di testosterone molto alti per una Donna, rientra ancora nei parametri consentiti, dunque in termini di regolamento può partecipare alle Olimpiadi femminili. 

Come però in molti hanno sottolineato, questo regolamento non tiene conto del "genere" ma solo di livelli chimici che oggi permettono a Imane di gareggiare ma magari domani potrebbero fermarla, come accaduto ai Mondiali di Pugilato Femminile dai quali fu estromessa perchè da un altro esame la sua genetica è risultata XY ovvero Uomo, ovvero Maschio. 

Da qui si apre un dibattito infinito che fondamentalmente, oltre ad aver diviso come sempre in fazioni la popolazione e la politica, portando i soliti estremismi da una parte e dell'altra, non ha portato a nulla di buono. 

Se parliamo di Diritti, noi siamo dalla parte di Imane Kheif. Un essere umano che si sente Donna che ha avuto un percorso di vita non certo semplice e che per quanto ci riguarda abbiamo il dovere di tutelare e proteggere. Se parliamo di genetica, Imane Kheif non è Donna perchè i suoi cromosomi sono XY ma non è neppure Uomo e per tanto, sarebbe adeguato dimenticare le etichette e riferirsi a questa Persona per quello che è, un essere umano, punto. 

Poi però c'è lo sport. Le Olimpiadi dovrebbero essere un momento agonistico dove partendo tutti dallo stesso livello, si arriva ad eleggere il vincitore, il più forte, colui o colei che primeggia in quella disciplina. Su questo punto, inizia la vera diatriba perchè se sui Diritti non ci dovrebbero essere più discussioni e disuguaglianze, quando si parla di gara sportiva, il discorso cambia e di molto. 



Angela Carini in lacrime 


Angela Carini è una lottatrice professionista, Donna senza ogni ragionevole dubbio, anche molto brava nel suo mestiere. Quando sale sul ring e si trova di fronte Imane Kheif capisce fin da subito che la sfida non è ad armi pari perchè la genetica di Imane è diversa dalla sua e questo la rende oggettivamente più debole e la fa partire da una posizione di svantaggio. Al primo colpo di Imane, Angela Carini si rende conto che sarà una battaglia persa, non c'è partita, non c'è storia. Come giocare a calcio in 5 contro 11. 

E' un dato oggettivo. Nella vita, nella società, Imane Kheif può essere chi vuole, può e deve avere il diritto di sentirsi come meglio crede, senza discriminazioni e pregiudizi, nella vita reale Imane è una Donna a tutti gli effetti aldilà del passaporto o della genetica perchè Lei si sente tale. Ma quando sale sul quel ring, il Genere non può essere solo una questione personale ed emotiva, si va oltre, ci sono logiche sportive che al momento, non combaciano con quelle.

Hanno perso tutti. Ha perso Angela Carini che non ha potuto confrontarsi con una sua pari, ha perso Imane Kheif suo malgrado finita in un vortice mediatico che probabilmente le porterà più danno che beneficio, ha perso lo sport che non ha saputo regolamentare una situazione ormai palesemente sotto gli occhi di tutti che per troppo tempo è stata ignorata, ha perso la politica tutta che si è schierata con l'una o con l'altra senza guardare alla vera questione. Hanno perso tutti.

Ha perso lo spirito olimpico che non è questo, ha perso la comunità LGBTQIA+ che si ritrova ancora una volta sommersa tra le polemiche e l'odio gratuito, ha perso la società tutta perchè ognuno di noi si è schierato senza aver capito nulla. 

Massima solidarietà da parte nostra ad Angela Carini che meritava un finale di carriera diverso ma Massima solidarietà anche ad Imane Kheif che non ha colpe ma si è trovata schiacciata in questo tritacarne mediatico. Siamo nel 2024, i diritti civili sono una conquista a cui non possiamo rinunciare, il comitato olimpico ne prenda atto e trovi una soluzione ad una problematica che sarà sempre più presente a tutti i livelli dello sport. Per il bene di tutti. 


Articolo a Cura di Davide Gerbino per DG Network e DG News



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